La parola adatta per parlare della vita dei santi è “agiografia”; è questo infatti il genere letterario al quale appartengono tutte le opere che narrano chi erano i Santi.Chi sono i Santi però? Per la Chiesa Cattolica santo è colui che in vita si è distinto per l’esercizio delle virtù cristiane in forma “eroica” o per aver dato la vita a causa della fede. Si viene proclamati santi solo alla conclusione di una procedura lunga e articolata chiamata “canonizzazione”.

Entriamo ora nel vivo di quella che sicuramente diventerà una polemica: il processo di canonizzazione di Rosa da Viterbo iniziò nel 1252, solo un anno dopo la morte della diciottenne. Si concluse con un nulla di fatto, non si sa con certezza nemmeno se iniziò davvero.Nel 1457 però Papa Callisto III dà ordine di riprendere da dove ci si era fermati due secoli prima solo che nel frattempo muore. Anche lì non se ne fa più niente. E poi basta, insomma nessuno più ha detto di portare avanti questa famigerata canonizzazione.

Il 4 settembre si celebra Santa Rosalia Vergine, eremita di Palermo. A Viterbo ricorre invece l’anniversario (quest’anno il settecentosessantaduesimo) della traslazione della salma di Rosa, dalla fossa comune di Santa Maria del Poggio al Monastero della Clarisse voluta da Papa Alessandro IV.La Macchina di santa Rosa che oggi vediamo sta a ricordare il semplice baldacchino col quale avvenne il trasporto. Santa Rosa quindi non esiste. esiste Beata Rosa da Viterbo, quello sì.

Ma poche strategie di marketing negli ultimi lustri sono risultate così di successo quindi vabbè, nella falsità storica “semo tutti d’un sentimento”

Anonimo

Scritto da:

Viola Vagnoni

Nella vita vorrei fare tre cose: dormire, mangiare e vedere/leggere fiction.
Se però mi trovate qui vuol dire che ne ho aggiunta una quarta ovverosia scrivicchiare.
Mi pare lapalissiano che non volevo farlo ma la vita è per la maggior parte composta da cose che non si vogliono fare.
Ci sono poi state anche altre aggiunte fastidiose alla sacra triade: una laurea in filologia moderna, un lavoro a tempo pieno, una casa da gestire (male), la fantasticheria buffa di voler fare la professorona.
Ma chi me lo fa fare di alzarmi la mattina, guardate.