Ci aveva fatto piacere, qualche mese fa, ricordarvi la figura di una nostra concittadina: Caterinaccia;
oggi avremmo lo stesso piacere nel richiamare ai ricordi un altro viterbese indimenticabile: Alfio Pannega che di Caterina fu il figlio;

Alfio nacque il 21 settembre 1925; fino a 12 anni risiedette a Bagnoregio, poi un anno a Roma e nel ’38 se ne tornò in questa bella Città dei Papi;

“io stavo… hai visto la strada che va su… che da Porta Faul va su, dio bòno! (…) Stavo co’ lla mi’ mamma, la Caterina… che poi se chiamava Giovanna. (…) Arràbbiete se era tosta… risponnéva male, dio bòno! Annava a vénne le violette, la mòjje de Properzi dice: ” ‘A Caterì, ma ‘ste violette puzzano!” e lei: “Te puzza ‘l culo!”. Questa è rimasta famosa nella storia viterbese, eh?!”

Di Alfio alcuni virtuosi concittadini hanno curato un memoir che raccoglie sue testimonianze biografiche, poesie e fotografie; indubbiamente dobbiamo dire che è stato un personaggio pittoresco della nostra città.
Ne parliamo adesso perché è in queste memorie che ricorda come la mamma fosse morta a Natale del 1974; così ce lo descrive: “Pe’ Natale, porca miseriaccia cane!… ero annata a trovalla il giorno prima. Alla sera j’avevo portato quello che ce voleva da magnà… pe’ Natale non ce so’ stato; è venuto giù Nocilli a dimme che la mi’ pòra madre era morta…”

Ci piace dar nuova vita a questo ricordo serbato soprattutto in questo periodo non per mettere una nota di tristezza o malinconia in questi giorni famigliari e spensierati; ci piace ricordarvelo perché vorremmo dare nuovo lustro ai suoi desideri, quando scriveva la poesia “Storia della mia vita”:
(…)
dopo tante peripezie
mi son trovato nel centro sociale di Valle Faul
insieme a tanti bravi ragazzi
e lì mi sono fermato
perché ormai sono arrivato all’età di 82.
MA CON LA MIA ISTRUZIONE E LA POESIA
SPERO DI ANDARE AVANTI
ANCORA LUNGO TEMPO.

Sì Alfio, sei andato avanti, te lo possiamo assicurare. ?

Lo spunto per questo post, l’immagine e le parole di Alfio che vedete nel virgolettato sono state prese dal libro “Allora ero giovane pure io, travagliata e poetica vita di Alfio Pannega” a cura di Antonello Ricci, Alfonso Prota e @Valentino Costa. A loro, a La banda del racconto ed ai concittadini che contribuirono pecuniariamente per la custodia di Alfio e la pubblicazione del suddetto va la nostra gratitudine.
La mia, sentitissima, va a @cesare salvatori per avermi pensata quando me lo ha regalato.

Anonimo

Scritto da:

Viola Vagnoni

Nella vita vorrei fare tre cose: dormire, mangiare e vedere/leggere fiction.
Se però mi trovate qui vuol dire che ne ho aggiunta una quarta ovverosia scrivicchiare.
Mi pare lapalissiano che non volevo farlo ma la vita è per la maggior parte composta da cose che non si vogliono fare.
Ci sono poi state anche altre aggiunte fastidiose alla sacra triade: una laurea in filologia moderna, un lavoro a tempo pieno, una casa da gestire (male), la fantasticheria buffa di voler fare la professorona.
Ma chi me lo fa fare di alzarmi la mattina, guardate.