Oggi fa davvero molto caldo. Il sole splende alto nel cielo e tutto intorno a me non vedo altro che campi e balle di fieno a perdita d’occhio. Sto facendo una bella sudata qui dentro all’abitacolo della mia macchinina, ma mi ripeto che in fondo sono quasi arrivata, nonostante abbia dovuto ripetere la stessa strada almeno tre volte.

Questa mattina mi sono svegliata con la voglia di fare un salto nel mito, di andare a visitare uno di quei luoghi che sanno di antichità, ed è per questo che adesso il mio navigatore è impostato su “Castel d’Asso, necropoli etrusca”. Quando finalmente scendo dalla macchina mi sento riavere, complice l’aria fresca e incontaminata che si respira qui, e con rinnovata energia inizio a guardarmi intorno e a camminare.

Secondo la tradizione in epoca etrusca questa zona si chiamava Axia (da cui poi “Laxius”, Lazio), ma non possiamo affermarlo con certezza; a dircelo infatti è il frate domenicano Annio da Viterbo, celebre per il suo acume nella ricerca storica ma ancor più per le sue accuratissime falsificazioni epigrafiche.

Questo sito ha una estensione piuttosto ridotta, a differenza di molte altre necropoli; si estende infatti in un raggio di un centinaio di metri. La caratteristica principale (unica nel suo genere) delle 69 tombe che si trovano qui è quella di essere del tipo a dado con il vano di sottofaccia chiuso ed un unico accesso; in parole povere, hanno una porta finta disegnata sul fondo che rappresenta il passaggio del defunto verso l’aldilà. Verissime sono invece le iscrizioni che si trovano incise sulla roccia; oggi non tutte sono chiaramente leggibili, ma ci piace pensare che in un tempo assai remoto per qualcuno avessero un significato profondo.

Il silenzio che circonda questo luogo gli conferisce quell’aria di sacralità e di mistero tipica dei luoghi intrisi di storia antica: mi vengono in mente le piramidi d’Egitto, Stonehenge, Petra … peccato che, a differenza di queste meraviglie, la nostra Castel d’Asso (che nulla ha da invidiare a tanti altri siti archeologici che pullulano di turisti) sia un po’ abbandonata a se stessa. Se solo gli etruschi vedessero quel senso di desolazione che aleggia sulla necropoli a loro tanto cara … si rivolterebbero nella tomba!!!

La foto è tratta dal sito www.exploretuscia.com

Anonimo

Scritto da:

Carolina Trenta

Un po' romantica un po' nerd, appassionata lettrice e cultrice di storie, raramente a mio agio nella folla; amo il mare fuori stagione, il legno del violino, l'aroma del cappuccino, le matite che scorrono sulla carta, i cuscinetti sotto le zampe dei gatti. Quando tanti pensieri si accavallano nella mia mente li metto nero su bianco e ogni tanto ne esce fuori qualcosa di buono, ma senza troppe pretese.
Mi sono laureata in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi della Tuscia e per il mio futuro spero di lavorare in una di quelle biblioteche giganti che si vedono nei film :)