Durante uno studio condotto presso la Biblioteca Ente Ottava Medievale mi sono imbattuta in un libro molto interessante, il titolo vi dirà poco, ma vi giuro che resterete affascinati come lo sono restata io. Il titolo è il seguente: “GIACOMO LOMELLINO D’ARAGONA” (1820-1876) Vita, storia famigliare di un personaggio del Risorgimento italiano.
Vi chiederete a questo punto perché vi parlo di questo libro, un libro che parla di Risorgimento, un libro di storia direte voi!

Non tutti sanno che a Viterbo vi è un bellissimo palazzo ubicato in via Cardinal La Fontaine; il portale d’accesso tutto sommato rimane anche un po’ anonimo, ma vi assicuro che all’interno c’è un tesoro di rara bellezza, fatto di ambienti nobiliari e di soffitti a cassettoni. Il palazzo non è inserito in nessuna guida turistica, almeno secondo le indagini da me svolte, ma vorrei tuttavia essere smentita, è troppo bello per restare celato agli occhi.

Vi narro ora un po’ di storia della famiglia Lomellino D’Aragona, e più precisamente di un suo membro , Giacomo Lomellino D’Aragona nato a Viterbo nel 1820 da Alfonso D’Aragona e dalla nobildonna Marianna Lomellino, ultima discendente del ramo dei Lomellino, patrizi di origine genovese, che avevano eletto come propria sede la città dei papi già dal XVII sec. Giacomo sposò poi Caterina Gavotti, figlia del Marchese Girolamo, sindaco della città di Genova e di Albissola Superiore, e della Baronessa Giovanna D’Este, nomi molto importanti e blasonati.

La giovane sposa però morì molto giovane, era il 18 di maggio del 1869, lasciando il giovane Giacomo solo e rammaricato.

Dopo la caduta dello Stato Pontificio e l’annessione di Roma al nascente Regno di Italia, Giacomo decise di tornare nella sua terra, la città lo accolse con tutti gli onori, tanto che, dato il suo prestigio e il suo grande senso civico, fu nominato nel 1871 Regio Commissario del comune. Dal 1872 al 1875 fu sindaco della città, un sindaco ricordato per la sua lungimiranza e per la sua grande attenzione ai bisogni della città, che grazie alla sua attenta guida crebbe di importanza.

Giacomo morì nel 1876.

Se passate per quella via in prossimità del portone d’accesso guardate in alto e pensate al gran tesoro che vi è celato.

Foto prese dal sito:
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Anonimo

Scritto da:

Nadia Proietti

Salve, il mio professore di storia ripeteva sempre che lo storico studia i documenti, senza interpretare
e senza romanzare, ecco come mi comporto io: prendo i fatti storici, spesso dai documenti, aggiungo
dei personaggi, una storia verosimile e voilà ecco come nasce ogni mio racconto.
Chi sono? Mi chiamo Nadia sono laureata con lode in Filologia Moderna, ho all'attivo un Master in materie letterarie, un Corso di Alta Formazione in Storytelling, docente di lettere precario. Oltre ai titoli sono madre di due figli, appassionata di storia moderna in particolare in storia dell'Europa
dell'Est, pessima casalinga, ma buona padrona di casa.