Il piccolo borgo incastonato tra Umbria e Lazio non cessa di stupire; ancora una volta, la meraviglia etrusca si rinnova, e lo fa in grande stile.

Quella riportata alla luce dalle mani di pazienti volontari è presumibilmente una fortezza perché, vista dal basso, emergono dei merli che conferiscono alla struttura un’ aria alquanto imponente.
L’enorme masso che la contraddistingue si è con molta probabilità distaccato dal costone roccioso sovrastante secoli e secoli fa, e sarebbe rimasto tale se qualcuno, in un’epoca non ben definita, non avesse deciso di ricavarci qualcosa di utile. Il problema è capire cosa.

Vista la zona in cui è collocato e tenuta presente la sua vicinanza con la ben più famosa Piramide, probabilmente si tratta di un sepolcro o di un monumento funebre o di un’edicola funeraria.
Tale tesi è avvalorata ancor più dal fatto che quei “comignoli” che dal basso ci sembravano merli sono in realtà delle fossette funebri che avevano lo scopo di contenere le urne con le ceneri del defunto.

Salendo sulla sommità del masso (raggiungibile semplicemente sfruttando il dislivello del terreno, a differenza della Piramide), che è sostanzialmente una grande e piana superficie rocciosa, si nota tuttavia un’indescrivibile quantità di cavità, buche, fori, intagli e soprattutto vasche. Una composizione del genere farebbe pensare ad una conceria o ad un luogo adibito alla lavorazione di fibre vegetali: le buche servivano infatti ad infilare i pali che sostenevano la tettoia, mentre nelle vasche si gestivano le operazioni di lavorazione dei tessuti. 

Quale delle due ipotesi è più accreditata? Probabilmente entrambe.
Nulla infatti vieta di pensare che la struttura sia stata progettata in epoca etrusca (ipotesi più che verosimile visto che la finta porta situata sui merli è un tratto caratteristico di questo popolo) e poi riutilizzata in epoca romana.
Quello che è certo è che questa zona della Tuscia, per gran parte ancora avvolta nel mistero, non cesserà mai di stupirci.

Foto e notizie tratte dal sito www.canino.info

Anonimo

Scritto da:

Carolina Trenta

Un po' romantica un po' nerd, appassionata lettrice e cultrice di storie, raramente a mio agio nella folla; amo il mare fuori stagione, il legno del violino, l'aroma del cappuccino, le matite che scorrono sulla carta, i cuscinetti sotto le zampe dei gatti. Quando tanti pensieri si accavallano nella mia mente li metto nero su bianco e ogni tanto ne esce fuori qualcosa di buono, ma senza troppe pretese.
Mi sono laureata in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi della Tuscia e per il mio futuro spero di lavorare in una di quelle biblioteche giganti che si vedono nei film :)