Correva l’anno 1559 a Soriano nel Cimino.

A quel tempo, nel castello che ancora oggi domina il paese, abitavano Giovanni Caraffa, uomo di risaputa perfidia, e sua moglie Violante, profondamente innamorata del marito e di lui incinta per la terza volta.

La donna, costretta dal marito a vivere nel castello di Gallese, per via della sua grande bellezza e virtù aveva attirato gli sguardi del cognato Carlo, che tuttavia era stato ripetutamente rifiutato. Allora lui, indignatosi di fronte alla sfrontatezza della donna, decise di vendicarsi, e per farlo chiese l’aiuto del fratello e del cugino di Violante: i tre uomini scatenarono la gelosia nella mente di Giovanni Caraffa, facendogli credere che la moglie lo tradisse con il maestro di camera Marcello Capece.

E così il proprietario del castello iniziò a pedinare e controllare la moglie e l’inserviente: effettivamente i due negli ultimi tempi passavano molto tempo insieme, ma quello che nessuno poteva immaginare era la vera natura del loro rapporto, vale a dire una profonda amicizia fatta di stima e comprensione reciproca. Violante piangeva sulla spalla di Marcello per le sofferenze che le causava il marito, mentre lui le raccontava della passione che condivideva con Diana, la dama di compagnia della signora.

Quando alle orecchie di Caraffa arrivò la conferma che Marcello amoreggiava con una donna per le vie del castello, egli venne preso, sbattuto nei sotterranei e torturato; nonostante tutto, il maestro di camera difese sempre Violante e affermò con vigore la sua relazione con Diana la quale però, in preda ai dubbi e alle paure, al momento dell’interrogatorio negò tutto.

A quel punto il destino del povero Marcello era inevitabilmente segnato: l’8 agosto Giovanni Caraffa lo uccise con ventisette pugnalate e il 20 fece strangolare la moglie nel castello di Gallese.

Da allora, nelle notti di agosto, dai sotterranei del castello di Soriano provengono sospiri e lamenti, e non sono poche le persone che ammettono di aver visto la figura di un uomo spettrale che si dispera per una grave ingiustizia e per la morte di una cara amica …       

La foto è tratta dal sito www.urbicapus.com

Anonimo

Scritto da:

Carolina Trenta

Un po' romantica un po' nerd, appassionata lettrice e cultrice di storie, raramente a mio agio nella folla; amo il mare fuori stagione, il legno del violino, l'aroma del cappuccino, le matite che scorrono sulla carta, i cuscinetti sotto le zampe dei gatti. Quando tanti pensieri si accavallano nella mia mente li metto nero su bianco e ogni tanto ne esce fuori qualcosa di buono, ma senza troppe pretese.
Mi sono laureata in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi della Tuscia e per il mio futuro spero di lavorare in una di quelle biblioteche giganti che si vedono nei film :)