Aaaah, che gran bella giornata! Il sole è alto, il mare è calmo e il vento soffia nella direzione giusta. Il posto che ieri ho scelto per dormire si è dimostrato veramente confortevole, credo che ci passerò qualche altra notte … se solo avessi qualcosina in più da mangiare … questi vermetti non so quanto ancora mi sazieranno … ok, ok, stop. Basta lamentarsi, la giornata è un mozzico. Dispiego le ali, scrocchio le zampe e spicco il volo.

Che gran bel panorama da quassù, devo ammettere che da queste parti ci sanno fare! Credo di essere arrivato in una zona che si chiama “Tuscia”: l’ho letto la settimana scorsa su un oggetto denominato C-A-R-T-E-L-L-O che gli umani del luogo usano per dire agli umani migratori dove si trovano … che strano … dalle mie parti queste cose non si fanno, sappiamo sempre dove andare!
Se vi state chiedendo come sia possibile che io sappia decifrare il linguaggio umano sappiate che a forza di sentire pronunciare sempre gli stessi suoni quando quei mammiferi su due zampe vedono una determinata cosa imparereste anche voi (a meno che non siate un tordo, ma io sono un gabbiano, touchè).
Comunque questa Tuscia mi piace: sono giorni che svolazzo di qua e di là e ogni volta arrivo in un posto più bello di quello precedente.
Oggi mi trovo nei pressi di una spiaggia grande e confortevole, anche se in lontananza c’è un ammasso di cemento molto alto con delle righe bianche e rosse che mi inquieta un po’: qui la chiamano C-E-N-T-R-A-L-E, ma non ho la più pallida idea di cosa significhi. In ogni caso, là non ci vado, ho il vago sentore che potrei finire arrosto se mi avvicinassi troppo. Purtroppo non so dirvi dove mi trovo, devo trovare uno di quei cosi per umani migratori … vi aggiornerò presto.
Ieri invece sono passato da un paesino che si chiama Tarquata … Tarquassa … Tarcuoca … Tarquinia … Tarquinia! Sì, T-A-R-Q-U-I-N-I-A! Carinissimo, dovreste vedere che roba! Sono arrivato sorvolando il mare ovviamente però poi mi sono fermato in un “sito archeologico” (sentite qua che paroloni, eh eh) dove sono sepolti degli umani vecchissimi. Ma vecchi vecchi, eh, hanno più di 2000 anni! Allucinanti questi mammiferi, conservano in maniera quasi sacrale i resti dei loro simili, anche se nemmeno uno di quelli che vivono adesso li ha mai conosciuti personalmente … questi umani vecchi vecchi si chiamano E-T-R-U-S-C-H-I: che nome chic, noi gabbiani siamo e gabbiani eravamo, dall’alba dei tempi.

Oh le mie povere zampe, devo riposarmi un attimo … lì c’è uno scoglio proprio invitante.
È vicino alla spiaggia, magari qualche “cucciolo d’uomo” mi dà un avanzo del suo panino. Devo farmi vedere … e sentire, soprattutto … tanto lo so che loro mi credono irresistibile!
Comincio a sbattere le ali e a garrire fortissimo, ho una fame che mi si porta via.
Mentre li chiamo mi guardo intorno e mi rendo conto che gli umani sono favolosi, ma che alcuni di loro sono proprio degli esseri stupidi: perché lasciano le loro cose dappertutto? Perché con superbia e arroganza credono che il mondo sia tutto loro? Un mio amico è morto perché un pezzo di ferro abbandonato sulla spiaggia gli si è conficcato in una zampa. Eppure, potremmo stare così bene se loro fossero educati come noi …

Ah! Cibo in arrivo! Santi piccoli umani! Si banchetta amici, passo e chiudo.

La foto è tratta dal sito www.publicdomainpictures.net

Anonimo

Scritto da:

Carolina Trenta

Un po' romantica un po' nerd, appassionata lettrice e cultrice di storie, raramente a mio agio nella folla; amo il mare fuori stagione, il legno del violino, l'aroma del cappuccino, le matite che scorrono sulla carta, i cuscinetti sotto le zampe dei gatti. Quando tanti pensieri si accavallano nella mia mente li metto nero su bianco e ogni tanto ne esce fuori qualcosa di buono, ma senza troppe pretese.
Mi sono laureata in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi della Tuscia e per il mio futuro spero di lavorare in una di quelle biblioteche giganti che si vedono nei film :)