(…) AD 1467 … Vi era nel tenimento di Viterbo, nelle vigne della contrada del Mandriale, una devota figura della Beata Vergine pinta in una tegula, fatta pingere da un bon omo chiamato Battista Chiavaro da un pintore mastro Marcello detto Monetto.
Esso Battista portò e conficcò questa tegula in una quercia nella strada pubblica, per andare a Bagnaia.
La tegula era stata in quella cerqua circa cinquanta anni e certe donne viterbesi ci portavano grande divotione e infine lo detto anni 1467, del mese di lulglio moltiplicò tanto la devotione che tucto el populo viterbese concorse a quella devotione mostrando infiniti muraculi…
In quel tempo era a Viterbo la moria (peste, ndr) e tucti castelli e terre datorno schifavano noi e nullo viterbese posseva entrare in dette terre, e, quando fu palesato detto miracolo restrinse detta moria e non ci moriò più persona, mirabil cosa, che solo essere nel tempi di lulglio e agosto moltiplica il morbo che in quel tempo venne manco. (…)
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Affascinante questo raccontino eh? Non lo abbiamo scritto noi, non sapremmo utilizzare questa lingua -che è ma allo stesso tempo non è- italiana.
Oggi abbiamo fatto le furbe ed abbiamo chiamato un amico a raccontare per noi. Chi? Niccolò della Tuccia, priore della città di Viterbo durante gli anni della peste e dei miracoli attribuiti alla Madonna de La Quercia.
La storia è molto più lunga di così, racconta di un patto eterno tra i viterbesi e la Vergine dipinta sulla tegola nel santuario perso in quella che era la campagna che divideva Viterbo da Bagnaia.
Un “patto d’amore”, stretto stretto tra Maria ed i fedeli ha portato oggi il Santuario di La Quercia ad essere il più importante luogo di culto della Tuscia secondo solamente alla Basilica di santa Cristina a Bolsena.
Il santuario è spettacolare; architettonicamente maestoso, preziosamente decorato, grandioso.
Ospita migliaia di ex-novo pregiatissimi, le lunette di terracotta vetrificata sui tre portali sono di Andrea della Robbia, il refettorio è di Antonio da San Gallo il Giovane così come lo stupefacente soffitto ligneo. C’è poi un pezzo di una nave che combatté contro i Turchi a Lepanto.

C’è così tanta storia ed arte nei nostri piccoli borghi che ogni giorno rimaniamo strabiliate. ?