Qualche mese fa, insieme a molti miei concittadini, avrei dovuto sfilare per le vie di Viterbo in una delle processioni più belle e suggestive della nostra Italia medievale.
Tuttavia, poiché quest’anno la manifestazione non si è svolta per ragioni a noi tutti note, non voglio suscitare in voi tristezza o malinconia; piuttosto, desidero farvi conoscere questa tradizione viterbese ancora troppo poco conosciuta attraverso le parole di una figurante.

Il corteo del S.S. Salvatore ha luogo nel mese di maggio ogni anno da molti anni per le vie del capoluogo della Tuscia; il cuore della processione è il trittico del S.S. Salvatore, come da tradizione adagiato su un carro trasportato da due buoi belli grassi e solitamente conservato nella chiesa di Santa Maria Nuova.
Noi figuranti che precediamo il carro rappresentiamo le antiche corporazioni della città: sfiliamo a coppie, un uomo e una donna, ognuna delle quali è a sua volta preceduta da stendardi dipinti a mano, portati con gioia ed entusiasmo da bambini in abiti rigorosamente medievali.
Aprono la processione i lavoratori più umili e chiudono i nobili.
I costumi di ognuno di noi sono fatti a mano, cuciti su misura e studiati in ogni dettaglio: abbiamo gli attrezzi giusti per il mestiere che andiamo a rappresentare, cercando così di immedesimarci il più possibile nel “personaggio” di cui indossiamo gli abiti.
A dirigere e coordinare i lavori, sia durante la processione che per tutto il resto dell’anno, adoperandosi così per la buona riuscita dell’evento, c’è il Comitato del S.S. Salvatore.

Come potete intuire, ci sono tanta dedizione e molto lavoro dietro ad una manifestazione che vanta una tradizione secolare e che meriterebbe senz’altro una visibilità maggiore ed un pubblico assai più ampio rispetto a quello che vedo mentre sfilo.
Nella speranza che la prossima primavera sia migliore di quella appena passata, mi auguro che questa bellissima festa venga sempre più amata e valorizzata; essa è un vanto della nostra piccola Viterbo, cerchiamo di farne tesoro.

La foto è tratta dal sito www.santamarianuova-viterbo.it

Anonimo

Scritto da:

Carolina Trenta

Un po' romantica un po' nerd, appassionata lettrice e cultrice di storie, raramente a mio agio nella folla; amo il mare fuori stagione, il legno del violino, l'aroma del cappuccino, le matite che scorrono sulla carta, i cuscinetti sotto le zampe dei gatti. Quando tanti pensieri si accavallano nella mia mente li metto nero su bianco e ogni tanto ne esce fuori qualcosa di buono, ma senza troppe pretese.
Mi sono laureata in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi della Tuscia e per il mio futuro spero di lavorare in una di quelle biblioteche giganti che si vedono nei film :)