Un gigante color argento che cerca di liberarsi dalla morsa possente del terreno che lo trattiene. Il volto contratto in una smorfia muta, fa emergere prima un braccio, poi una gamba, un piede e infine una mano, che rimane protesa verso il cielo.

Accanto, famiglie con passeggini che si godono il verde cittadino, e ragazzi che improvvisano partite di calcio sul prato. Poco lontano, il gorgoglio della moderna fontana e i rumori del traffico di sottofondo.

“The Awakening” (“Risveglio”) è la curiosa scultura che dal 2011 decora la Valle di Faul a Viterbo, e che è opera dello statunitense John Seward Johnson. Il nome di Seward Johnson è sconosciuto ai più; è famosa invece l’altra sua gigantesca opera, “Unconditional Surrender”, ossia il bacio tra la ragazza e il marinaio, ispirata ad una celebre foto del 1945, che è rimasta installata sul lungomare di Civitavecchia fra il 2011 e il 2012.

Il “nostro” gigante invece parte inizialmente dagli Stati Uniti; passa per Roma, dove viene ospitato all’Eur in occasione dei 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, infine arriva nel capoluogo della Tuscia. L’unico suo gemello si trova esattamente a 7.155 chilometri di distanza, a Washington D.C., dove lotta per emergere da una piccola spiaggia sulle rive del fiume Potomac. A Washington il Gigante è una vera e propria celebrità tra i turisti e gli abitanti del posto, come si può notare nella prima foto che abbiamo trovato per voi.

Non si può dire altrettanto del Gigante viterbese.

Accolto inizialmente da perplessità e risatine di scherno, nel corso degli anni non ha goduto di maggiore fortuna, imbrattato periodicamente dai vandali, trattato da raccoglitore di rifiuti, o da sfondo per selfie più o meno irriverenti. Eppure è diventato parte integrante del bel piazzale di Faul, e si fonde a meraviglia con le installazioni luminose notturne e con il verde circostante. Ne è prova l’apprezzamento che gli riservano i numerosi turisti, capaci di coglierne l’originalità e la valenza scenografica.

Forse il nostro Gigante vorrebbe che finalmente ci accorgessimo di lui, e riuscissimo a raccogliere il suo invito. Risvegliarsi: dal torpore che pervade le coscienze cittadine, quando è più facile lamentarsi che fare, accusare anziché proporre, accettare piuttosto che farsi domande. Sculture come questa, dalla dimensione apertamente popolare, possono piacere o meno, ma riescono spesso nell’intento non facile di incuriosire e di far avvicinare le persone all’arte moderna. Magari invogliandole poi, perché no?, ad entrare in un museo.

Anonimo

Scritto da:

Donatella Agostini

Imparare cose nuove è il mio filo conduttore, darmi sempre nuovi obiettivi la mia caratteristica fondamentale. Valorizzare la terra in cui vivo è il mio progetto attuale.