“Salve viterbese oggi ti voglio raccontare una piccola storiella, piccola come son io
…non vorrei essere arrogante, neanche un po’ scortese, ma posso dire in verità che nei miei lunghi anni di permanenza a Viterbo ho visto tutte, ma proprio tutte, le gambe delle signore in gonnella. Ti starai chiedendo chi sia questo sfrontato che con fare placido asserisce di essere un gran guardone?
Sono ormai tanti anni che sono nel centro storico della vostra bella cittadina, ne ho viste molte io, capiamoci bella gente, tante volte avrei voluto non vedere, ma ahimè son qui condannato.
La prima volta che mi misero a terra, vivevo a Roma allora, le campane delle chiese suonavano a festa per l’elezione di papa Sisto V, manco un nome mi avevano dato. Solo nel 1725 si son degnati di battezzarmi, quella volta sì che mi son divertito, il papa momenti se ribaltò con tutta la sedia sua…
Nei primi anni, quando ero bello dritto, vedevo poco, le donne portavano certi vestiti lunghi che spesso mi facevano il solletico.Poi arrivarono gli anni ’50, bei tempi quelli cari miei, quando il venticello di marzo faceva alzare le gonnelle.
Negli anni ’60 mi girò la testa, gambe lunghe e affusolate, gonne corte che parevano cinture. Poi però piano piano le gonnelle son sparite, e certi brutti pantaloni con in fondo certi zamponi mi toccavano da vicino.
Oggi che sono tutto rotto, tante volte pure storto, vedo solo tanta gente che corre corre indaffarata, tante volte mi domando se s’accorgono che li guardo.
Per dispetto sai che faccio? dato che tutti m’acciaccano io con fare da furbetto rompo a tutte il tacchetto. Bella gente, vi saluto… a proposito mi presento, sono piccolo e carino il mio nome è… Sampietrino.
La pavimentazione a sampietrini caratterizza l’intero centro storico della città di Viterbo, quante volte ci sarà capitato di rimanere con il tacco impigliato tra due pietre, quante volte abbiamo imprecato, ma poi abbiamo pensato che la bellezza del suo colore riempie i cuori.