Sì, ma approfittiamo della luce del giorno, e della luce azzurrina di queste fredde e brevi giornate invernali. Non vorremmo trovarci nei paraggi con il calare delle tenebre, e trovarci di fronte qualche brutta sorpresa, ? non credete? Anche se il nostro Diavolo, inquietante quanto si vuole, non è un campione di furbizia.

Il Ponte del Diavolo collega il Castello di Vulci con l’altra sponda del fiume Fiora, e si fonde mirabilmente con il magnifico paesaggio. Altri ponti così chiamati costellano numerosi corsi d’acqua italiani, e tutti hanno dato adito a fantasiose leggende circa la loro costruzione. Si narra infatti, che nei tempi passati venivano considerati talmente arditi e impossibili da realizzare che non potevano essere stati interamente opera dell’uomo. Ci doveva aver messo lo zampino (pardon, lo zampone) nientemeno che il Diavolo in persona.

Anche il nostro Ponte è talmente alto e slanciato che è facile immaginare un pomeriggio di innumerevoli anni fa, e un capocantiere che siede sconsolato di fronte a un ponte che dev’essere ultimato entro l’indomani. I lavori si sono svolti a rilento, tra mille difficoltà, e ormai non si fa più in tempo. Onta e disonore aspettano al varco il povero capocantiere, che in un impeto di disperazione pensa che ricorrerebbe volentieri al Diavolo pur di vedere finito il suo Ponte. Detto, fatto: appare il Demonio, che gli propone un sinistro patto: durante la notte egli terminerà la costruzione del Ponte, ma vorrà in cambio l’anima del primo malcapitato che lo attraverserà la mattina successiva. Il capocantiere è costretto ad accettare: quella notte il Diavolo ultima i lavori e all’alba si acquatta, nero e peloso, nei pressi dell’entrata, per esigere il suo compenso.

Il Diavolo, si sa, è opportunista e ingannatore. Ma gli uomini ne sanno sempre una più di lui: su suggerimento del curato, i paesani escogitano la contromossa per salvare l’anima di chi percorrerà per primo il Ponte. E mentre il Maligno si frega le mani attendendo la sua vittima, ecco che a passare per primo arriva sul ponte un… trotterellante maiale! Il Diavolo, inferocito come non mai, si getta nelle acque del Fiora e sparisce per non tornare mai più.

Leggende fantasiose a parte, oggi sappiamo che il Ponte di Vulci è antichissimo, e che certamente ne avrà viste tante. Le parti in tufo rosso sono di origine etrusca, mentre la sua struttura attuale risale alla Roma imperiale. Oggi ci appare suggestivo, affascinante, integrato alla perfezione con l’ambiente circostante e con il Castello della Badia di Vulci, tra Canino e Montalto di Castro. Tre archi eleganti si slanciano ad un’altezza di trenta metri dal canyon scavato dal fiume Fiora. In basso, il laghetto del Pellicone, immerso nella vegetazione e nelle rocce dai colori cangianti al tramonto…

ecco, sta calando il sole. Meglio avviarci: non vorrete certo incontrare di nuovo il Diavolo, ansioso di riscuotere finalmente il suo tributo! ??

foto di @fabrizio_filippi_

Anonimo

Scritto da:

Donatella Agostini

Imparare cose nuove è il mio filo conduttore, darmi sempre nuovi obiettivi la mia caratteristica fondamentale. Valorizzare la terra in cui vivo è il mio progetto attuale.